domenica 4 maggio 2014

Evoluzione storica della funzione bancaria



La ricerca storica sull'origine della funzione bancaria non è certo agevole. In via induttiva, è indubbio che l'apparizione di prime forme di attività assimilabili a quelle bancarie va ricollegata allo svilupparsi di un'economia nella quale sia stato superato il problema della sussistenza giornaliera, quando, cioè, l'individuo comincia a organizzare la propria esistenza e a esercitare, in modo stabile, l'agricoltura e la pastorizia. Come frutto di questo lavoro, l'uomo viene a disporre di beni che non sono immediatamente consumati, ma vengono conservati.

In tempi, quali quelli primitivi, di rischi e incertezze, in cui non infrequente doveva essere la possibilità di saccheggi e di perdita delle proprie risorse, era naturale che il possessore ricercasse luoghi, situazioni e, soprattutto, persone che dessero le garanzie di custodia di tali beni.
Sotto tale profilo, la ricerca della fiducia era il problema fondamentale che si poneva all'uomo primitivo, proteso a conservare i propri mezzi di vita; e chi, meglio delle divinità, poteva allora corrispondere a questa fiducia? I templi, dove si accentravano grossi patrimoni appartenenti alle comunità religiose che venivano continuamente arricchite dalle offerte dei fedeli, furono, infatti, i primi luoghi ove l'uomo si recò per la custodia dei propri beni, e può ben dirsi che questo atto segna l'apparire di rudimentali forme di operazioni bancarie: il deposito a custodia di cereali, merci, oggetti vari.
Le solide mura dei luoghi sacri e il rispetto da cui erano circondati rendevano i templi assai più sicuri delle abitazioni private. In Mesopotamia sono state rinvenute le più antiche tracce di tali operazioni; ne fanno testo i documenti contabili in forma di tavolette di argilla trovate nel tempio di Uruk, costruito probabilmente intorno al 3500 a.C. Ed è alle diverse civiltà fiorite in questa regione che viene generalmente attribuito lo sviluppo di una attività bancaria, sia pure in forma embrionale.
I cittadini ricchi solevano perciò affidare in deposito a custodia ai sacerdoti monete ed oggetti preziosi accompagnandoli con offerte alle divinità.
I sacerdoti, a loro volta, utilizzando i beni del tempio, concedevano spesso dei prestiti sia ai governanti sia ai privati imprenditori, facendosi pagare un interesse.
Troviamo tracce di queste attività sia presso le popolazioni mesopotamiche sia presso i greci. I templi di Delfo, di Delo e di Olimpia oltre che centri religiosi erano centri finanziari.
Duemila anni fa l'attività bancaria aveva trovato sviluppo anche presso gli ebrei, che in epoca più remota avevano condannato ogni forma di speculazione commerciale e finanziaria.
La testimonianza sull'esistenza di istituzioni bancarie ebraiche ci viene persino dal Vangelo, nella parabola dei talenti, dove il padrone che ritorna da un lungo viaggio loda i servi che hanno messo a frutto le somme affidate e castiga duramente il servo timoroso che le aveva tenute nascoste:
"avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse" (Matteo 25, 14.30).
L'intensificarsi degli scambi monetari diede inoltre luogo a una intensa attività esercitata da cittadini privati consistente nel cambio delle monete.
Queste erano molte, di varia emissione e provenienza, e i cambiavalute, chiamati in Grecia trapeziti (da trapeza = tavola, banco) e a Roma argentari (dall'introduzione dell'argento nella coniazione delle monete), provvedevano ai cambi avvalendosi delle pietre di paragone (varietà di diaspro nero che sfregato sulle monete ne metteva in evidenza il colore dell'oro) per individuare la composizione delle leghe e di un abaco per effettuare i calcoli. La loro attività non facile sia per la varietà delle monete sia per l'esistenza di quelle false veniva svolta dietro compenso in percentuale.
Per la loro capacità  e onestà, nonché per la loro intraprendenza, ben presto i trapeziti in Grecia e poi gli argentari a Roma seppero conquistarsi la fiducia degli uomini abbienti, ricevendo anche denaro in custodia.
Mentre i depositi effettuati presso i templi, salvo le eventuali e facoltative offerte, erano gratuiti, quelli effettuati presso i cambiavalute erano a pagamento, nel senso che i depositanti pagavano un compenso per il servizio e gli oneri di custodia.
Ben presto, e probabilmente all'insaputa dei depositanti, trapeziti e argentari cominciarono a far uso dei capitali ricevuti per concedere prestiti e lucrare interessi. Tale arbitrio fu successivamente sanato da espliciti accordi che segnarono ufficialmente la trasformazione dei depositi a custodia (o depositi regolari) in depositi irregolari, ossia in depositi con facoltà d'uso che consentono di restituire non le stesse monete ma un ammontare equivalente aumentato degli interessi pattuiti. Si delineava così una attività bancaria di tipo moderno.




da Platone (427 a.C. - 347 a.C.)

Apologia di Socrate - discorso di Socrate:

"...o cittadini, non sarebbe davvero conveniente che, a questa età, io mi presentassi davanti a voi a foggiare discorsi come un giovinetto. E anzi, o cittadini ateniesi, io vi prego molto di questo e vi chiedo di esser scusato: se mi ascolterete fare la mia difesa con quegli stessi discorsi che sono solito pronunciare anche sulle piazze davanti ai banchi dei cambiavalute, dove molti di voi mi hanno ascoltato, e in altri luoghi, non dovete meravigliarvi e non dovete far chiasso per questo."
  

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